Ha strani pensieri in testa! E chi non ne ha! Perché malòte? Insetti poco graditi d’estate, ma sempre presenti a disturbare la sensibilità umana. Forse sarebbe proprio questa la ragione dell’accostamento dei pensieri strani alle malòte, stante appunto la repulsione ad accettarli; quindi, fastidiosi, orripilanti, che non portano ad alcun beneficio. Da rilevare che il Rohlfs indica anche il lemma falòticu (Lecce), faluèticu (Brindisi), faluèticha (Taranto) avente significato di strano, lunatico, fantastico stupido, giustappunto a dare il senso appropriato all’intercalare.

Il modo di dire è preminente nel linguaggio salentino allorquando si vuole smontare un atteggiamento o un concetto fuori dalla logica e dalla normalità. Essenziale – come tanti altri – ed efficace. Non necessita alcuna ulteriore spiegazione.

Vediamo un po’ da vicino questo insetto che in dialetto assume il termine di malòta, corripsondente all’italiano blatta o scarafaggio, scarabeo stercorario. L’ordine di questo insetto comprende oltre 4.000 specie, divise in 6 famiglie. Sono insetti ‘cosmopoliti’, presenti ovunque, in ogni angolo della Terra, tranne che nelle regioni polari e alle altitudini superiori ai 2000 m. Molto resistenti alle avversità, anche alle radiazioni atomiche. Il Rohlfs elenca nel suo Vocabolario dei dialetti salentini le varianti di malòta e mmalòta per le zone di Lecce, melota per Taranto, e  mbalòta per Brindisi. Antonio Garrisi fa derivare il lemma dal latino ma(ea) lutea, granchio schifoso.

L’etimologia, tuttavia, è incerta, potrebbe derivare dal greco.

 

31/07/2023

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