Un pugno causa sempre dolore. Chi lo sferra sa di fare male a chi lo riceve. C’è una ragione per farlo, una rabbia da sfogare, un’offesa da placare.

Io mi devo accontentare del pugno di lettori, da intendersi come quantità. Sono quattro, non di più, un pugno. È meraviglioso averli.

Non c’è scrittore che non immagini di averne una moltitudine. Io ne ho quattro, soltanto quattro. Un pugno di lettori, un manipolo di lettori sbadati e sbandati che continuano a leggermi un po’ per compassione, un po’ perché dalle mie poesie traggono piacere di lettura. Contento di averli. C’è sempre una motivazione valida per non leggere poesia: difficile, incomprensibile, cose per poeti maledetti, fuori dalle logiche. Sembra quasi che i poeti scrivano per loro stessi, ma pretendono lettori. Io ne ho quattro e ne sono fiero. Bastano! Essere letto da qualcuno è già un riconoscimento. Pretendere di essere letto da molti non conviene. Certo ci sarebbe l’affermazione, la gloria, il successo, la televisione, i giornali. No! Bastano quattro lettori.

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