A comprare regali non mi va. Stringerò le mani fredde di sconosciuti e profumerò la mia generosità di bene. Non accetterò gli auguri preconfezionati e stupidi, li straccerò con indignazione.
Auspico solo che nella coscienza di ognuno di noi vi sia veramente un Natale, finalmente compreso nel suo vero significato, finito e costruito nella finitezza della semplicità della bontà.
Non vi siano sprechi ed eccessi di falso buonismo, siano accantonate le invidie, siano eliminate le ingiustizie, sia dato un abbraccio sincero a tutti.
Non leggerò versi di poeti che inneggiano alla superbia e al piacere della soddisfazione del proprio io. Leggerò, invece, i volti dei meno fortunati e di tutti coloro che, ancora una volta, vivranno non la felicità del Natale, ma la sofferenza di una festa vissuta nell’indigenza.

Perdonami uomo
per la bontà che non espressi
e non significai nel cuore mio,
ma degli altri

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