Penso alla poesia e mi vien voglia di morire, giacché non sono poeta e vorrei esserlo.
Scrivo poesia e m’innalzo al di sopra del cielo, giacché sono poeta.
Sì, poesia è tutto: contraddizione, maledizione, vanità, dolore, amore, colore…
Ho paura della parola poeta e non della poesia. Odio i poeti, amo la poesia.
Le poesie non appartengono ad un classe elitaria, ma alla gente. Lo scrivere poesia, però, pressupone una competenza: la conoscenza della lingua italiana per rompere gli spazi dell’impossibile e addentrarsi nell’irrazionalità che è l’anticamera dell’anima. La poesia allarga i confini del nostro piccolo mondo, consentendoci di inventare nuovi mondi, spazi e confini, rivoluzionando idee e concezioni. Sì la poesia è rivoluzionaria: è contro le regole costituite facendo intravedere nuove possibili letture della realtà.
Non occore essere poeti per scrivere poesie, occorre innanzitutto scoprirsi, denudarsi e appropriarsi di occhi che sappiano vedere e scrutare le cose nascoste dentro e fuori di noi.

(Visited 16 times, 1 visits today)