Gennaio invecchia lentamente fra lamenti di vanità di offerte di un cielo che sperduto cerca elemosine. Nessuno ascolta e vi è monotonia di tristezza. Febbraio fanciullo freme per il vestito dei colori di allegria. L’anziano mette un po’ di sole nelle sue tasche e cammina lento verso la chiesa del paese per ottenere sollievo.

Un uomo beve il caffè in fretta, fra le dita la sigaretta accesa, osserva intimorito il passo del giorno. Alle nove del mattino il fiato è già corto. La griglia del fare è colma: il ripensare un sogno fa bene per un po’. Il mondo appare chiuso, pieno di cose inutili o banali.  Nessuno ascolta. Il disagio è sottomesso alla parvenza di un sorriso recitato.

Gennaio morrà, poi. Febbraio cederà e marzo avrà primavera di foglie verdi.

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