Zangone, termine dialettale di una erba che cresce spontanea nelle campagne del Salento. Nei modi di dire indica una persona poco accorta, stupida e ipocrita. Nel linguaggio salentino diventa sinonimo di coglione. Il termine deriva dal greco sòncos cui si aggiunge l’accrescitivo -one.

Lo zangone è una pianta spontanea che cresce spontaneamente nelle campagne salentine. Si adatta a qualsiasi terreno e viene inclusa genericamente fra le cosiddette foje creste (foglie selvatiche). In italiano lo zangone corrisponde al crespigno (Sonchus Olearaceus), da non confondere con il tarassaco (Taraxacum Officinale) stante la somiglianza. Plinio il Vecchio (filosofo, naturalista) raccontava che l’eroe greco Teseo mangiò lo zangone prima che affrontasse il Minotauro; si credeva che la pianta fosse in grado di rinvigorire il corpo. Vi sono due varietà di crespigno: comune (tenero e dolce) e spinoso (con foglie spinose simili a quelle del cardo). Il crespigno vanta proprietà terapeutiche: combatte i radicali liberi, favorisce la diuresi. Nella medicina popolare veniva usato come impasto per la cura e la cicatrizzazione di piccole ferite.

In cucina li zanguni si preparano lessi con l’aggiunta di olio e limone, ottima la combinazione di zanguni e fave.

 

22/07/2013

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