Lu Ntoni ha una bancarella di capisciole in un angolo del mercato  e ogni giorno Dolly compra una molletta. Insieme sorridono e si vogliono bene. Ntoni intona sempre la canzone del suo cuore, si guardano negli occhi e il mercato si tinge di arcobaleni. In un paio di anni mettono su casa, con un paio di bambini che corrono per i cortili. Ntoni farfalla è felice e lascia che i figli gli diano una mano. Dolly resta a casa. Così va la vita. Dolly un giorno non ha sorrisi per sé e per gli altri, il mercato si tinge di strani e incomprensibili colori. Cade un cielo grande e si frantuma in mille pezzi d’acciaio.

Ntoni farfalla non è al suo posto al mercato. Non c’è la sua bancarella. Tutto è finito in un ritornello bruciato dalle lacrime, conforme alle leggi in una lingua vastasa. Dolly nei suoi occhi di rinforzo, imbrigliati come il luccio con la rete, accarezza il volto di Ntoni nel suo ultimo bagliore di vita. Dolly non piange. Sorride ancora a quel cuore di farfalla di Ntoni, poi rimane il ricordo che è il presente della nostalgia.

Dolly ritorna al mercato in un angolo del mercato. I figli grandi le danno una mano. Non ce la fa Dolly da sola, e un giorno di armonia, disgiunta dal tempo, si addormenta dolcemente sulla sedia di paglia. S’alza il cielo in alto e tutti a meravigliarsi dell’accaduto. Nessuno osa dire o fare. Il mercato si colora di ogni colore, si fermano gli usignoli sui rami, si spande la terra oltre.

Questa storia tratta dal libro di Giulio I. (Tuglie, 1915-1945), Le ultime allodole, è trascritta qui in ricordo dei tugliesi Dolly S. e Ntoni L.

 

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