Corre l’anno 1999. Lo scirocco abbonda.  Un vecchio beve una birra ghiacciata. L’orologio del campanile della piazza segna le 14,22. Qualcuno saluta il mondo definitivamente. Altri si apprestano al sonno pomeridiano. Il paese è in quiete. Alle 14,30 d’improvviso arriva la banda al passo della marcia di Radetzky a rompere l’incantesimo della gente assopita e senza preoccupazioni. La guardia municipale in servizio allerta subito il Sindaco per avere chiarimenti dell’arrivo della banda, considerato che non c’è nessun santo da festeggiare e tanto meno una processione da fare. Arrivano i carabinieri al comando del maresciallo Domenico Lobusso che prontamente intima l’alt al capobanda Vincenzo La Guida del ‘Gran Concerto bandistico Città di Taviano’.

– Chi vi ha autorizzati a suonare a quest’ora per le vie del paese?

– Perché non è possibile?

– Non faccia lo spiritoso e risponda.

– Signor maresciallo, io non so niente. Un signore ci ha consegnato cinque milioni per suonare sino a sera tardi per tutte le vie del paese.

– Chi è questo signore. Come si chiama?

– Non lo so. Non mi ha detto il suo nome.

– Intanto mi dia le sue generalità.

– Non posso!

– Stia attento! Il suo rifiuto le può costare caro.

– No signor maresciallo, io non sono tenuto a fornirle le generalità.

Il brigadiere Armando Cicipensa sussurra all’orecchio del maresciallo: ‘la situazione sta  precipitando, la piazza del paese è gremita di gente, felice di ascoltare la banda. I commercianti aprono le saracinesche dei locali, panini e caffè in abbondanza. Non riusciamo a mantenere l’ordine, tra l’altro dai paesi limitrofi si stanno organizzando per raggiungere il paese’.

Il maresciallo ordina di chiedere rinforzi al Comando di Gallipoli. Intanto viene fatto convocare il presidente del Comitato per i festeggiamenti della patrona, Lello Grande, che allibito dichiara di non sapere nulla e che gli appare esagerato l’allarmismo delle forze dell’ordine. L’opposizione capeggiata da Antonio De Perdis presenta un’interrogazione urgente al Sindaco, lamentando l’abuso d’ufficio per somministrazione incauta di musica. ‘I soliti comunisti’ – urla qualcuno. De Detruppi:  ‘basta non se ne può più, quest’amministrazione deve andare a casa’. L’arciprete  eleva una preghiera al Signore affinché tutto ritorni come prima. La bizzoca Luigia Cacace piange e chiede perdono a Dio… (di cosa poi non è dato sapere). Il sagrestano Giorgio Giorgi chiude il portone della chiesa e scappa via.

Il prefetto di Lecce invia un fax al Comando dei Carabinieri affinché siano individuati i responsabili  della sconsiderata idea di fare suonare la banda e processarli con rito immediato, magari chiedendo anche la collaborazione della Gestapo. Si convocano i saggi del paese presso la sala consiliare del Comune per tentare di risolvere la questione.

La banda continua però a suonare all’ombra degli alberi spogli nei pressi del monumento ai caduti della piazza allietando e divertendo la gente.

Claudio Fafaionaca comunica che alla stazione del paese è arrivato un treno con le bande di Squinzano, Francavilla Fontana, Ceglie Messapica, Bari, Lecce, Manduria, Fragagnano, San Giorgio Jonico e altre, e stanno prendendo d’assalto il paese.

Il maresciallo è disperato, sopraffatto dall’armonia della musica. Vorrebbe mettere tutti in galera ma non sa come fare. Il codice penale non contempla il reato di felicità. Il presidente del Comitato  propone alle Autorità locali di portare per le strade del paese la statua della madonna. Il cantautore locale  Defantis vorrebbe invece cantare Oh bella ciao, ma viene subito messo a tacere.  ‘W il 1° maggio’, urla uno sprovveduto. Alcuni capeggiati da Uccio Zia dibattono con l’arciprete affinché la processione della patrona sia fatta come da tradizione a mezzogiorno. Altri invece chiedono le dimissioni del presidente del comitato. Dino De Piscopio chiede invece che nei giorni di festa si programmi un torneo di burraco e si ufficializzino con il patrocinio del Comune e della Provincia di Lecce i ‘Venerdì di Repubblica’, simposi culinari-culturali da tenersi presso tutti i ristoranti della zona all’infuori del ristorante ‘Le zingare’. Mafalda De Marzio  si suicida e di urgenza la Procura iscrive al registro degli indagati il Sindaco e la giunta per istigazione al suicidio.

Nel frattempo in Paese arriva la rinomata Ditta de Fagna per approntare con urgenza un degno addobbo di luminarie per tutte le vie del paese. Una donna dal balcone della piazza minaccia di denunciare tutti per disturbo alla quiete pubblica, ma viene prontamente rasserenata dal maresciallo, riferendole che quanto prima la situazione ritornerà normale avendo chiesto aiuto alla CIA. Alcuni ubriachi si azzuffano. L’assessore Baloifi farfuglia qualcosa ma nessuno lo ascolta. Telerana  invia le immagini della festa in tutto il mondo.

Alle ore 19,30, arriva Amerigo con i palloncini: – Fermi! Brutti coglioni che non siete altro. Arriva la banda e voi litigate.

Che Paese!

 

 

 

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