Con le tavole imbandite in onore di San Giuseppe nel Meridione, in passato, si sentiva la necessità di affidarsi alla divina provvidenza per chiedere buona salute, un lavoro o per altri motivi, elemento fondamentale della tavola è il pane, simbolo assoluto di provvidenza. Da qui la tradizione dei Pani di San Giuseppe. La tavola rievoca il rifiuto d’ospitalità nei confronti di Maria e Giuseppe (Lc, 2,7). Questa usanza ricorda così la Sacra Famiglia e lo spirito della carità cristiana nei confronti dei più poveri.

Per quanto riguarda Tuglie possiamo ritenerla una tradizione autentica?

Vediamo intanto di capire cos’è una tradizione. Distinguiamo:

  • tradizione orale: l’insieme delle testimonianze del passato – racconti storici, miti, poesie, formule sacre, ecc. – trasmesse di bocca in bocca, di generazione in generazione, considerate una delle fonti fondamentali per gli studî etnologici, distinguendosi dalla storia orale, che è l’insieme delle informazioni, assunte attraverso interviste a testimoni oculari, riguardanti avvenimenti di storia contemporanea;
  • tradizione folcloristica: trasmissione nel tempo, di generazione in generazione, di consuetudini, usi e costumi, modelli e norme.

Pertanto focalizziamo la nostra attenzione sul caso tugliese della tavola di San Giuseppe. Ci viene in aiuto il prof. Enzo Pagliara, memoria storica del nostro paese. Pagliara afferma che la tavola di San Giuseppe non è una tradizione tugliese poiché in tal senso non si sono rintracciate notizie in alcun documento scritto del passato, almeno in quelli in cui egli stesso ha cercato o vi si è imbattuto.

Allora com’è che è stata data per tradizione? Negli anni ’20 si stabilì a Tuglie una famiglia siciliana, proveniente dalla zona di Agrigento. A capo di questa famiglia c’era tale Maria Paino, vedova Tuttolomondo. Aveva tre figli, una femmina e due maschi. La ragazza, Ppina, sposò il tugliese Salvatore Zezza (Totu cursaru) ed abitarono in via Mazzini. Il figlio maschio, Luigi (siciliano), tornato dal Belgio, ebbe un laboratorio per la riparazione e la vendita di motocicli; fu anche consigliere comunale della DC negli anni ’80. L’altro figlio, forse di nome Uccio, emigrò in Belgio. Ebbene, la Maria siciliana era una donna molto religiosa e povera. Tuttavia, la povertà non le impediva di imbandire una tavola di San Giuseppe, per devozione ed anche per condividere quel poco che aveva con altri poveri del suo vicinato. Dopo la scomparsa di Maria siciliana non si hanno più notizie di tavole dedicate a San Giuseppe a Tuglie. Un’usanza interrotta e mai fatta propria dai tugliesi.

 

20/03/2023

 

(Visited 490 times, 1 visits today)