Il più bello dei mari
è quello che non navigammo.
Il più bello dei nostri figli
non è ancora cresciuto.
I più belli dei nostri giorni
non li abbiamo ancora vissuti.
E quello
che vorrei dirti di più bello
non te l’ho ancora detto.
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Nazim Hikmet (1901-1963) è stato un poeta, drammaturgo e scrittore turco. Fu definito “comunista romantico” o rivoluzionario romantico, è considerato uno dei più importanti poeti turchi dell’epoca moderna. Fu costretto ad espatriare per la sua pubblica denuncia del genocidio armeno (1915-1916). Riparò in Russia, dove studiò psicologia presso l’università di Mosca. Conobbe Lenin, Esenin e Majakovskij. Ritornò in Turchia nel 1928 per aderire al Partito comunista. Fu condannato e rinchiuso in prigione per l’affissione irregolare di manifesti politici Nel 1935 fu amnistiato. Si risposò con una donna che aveva già dei figli e per mantenere la famiglia lavora come rilegatore di libri. Nel 1938 fu accusato di incitare i marinai alla rivolta; fu condannato a 28 anni e 4 mesi di prigione per le sue attività contro il regime. Ne sconto quasi 12 anni in Anatolia, nel carcere di Bursa, grazie all’intervento di una commissione internazionale composta tra gli altri da Tristan Tzara, Pablo Picasso, Paul Robenson, Pablo Neruda e J. Paul Sartre.
Le sue poesie sono state tradotte in italiano da Joyce Lussu.