Il piacere è soddisfatto allorquando è goduto. Tale aspirazione mai riesce a realizzarsi, oscillando tra continui desideri e l’illusione di un soddisfacimento. Il desiderio è sempre infinito; all’uomo rimane l’immaginazione: estremo tentativo di appagamento di felicità. E la paura che subentra nell’avvertire un persistente senso di abbandono verso l’ignoto è soppressa dal benessere interiore che deriva dalla percezione sensoriale dell’infinito che fuori dallo spazio e dal tempo annulla la disperazione dell’esistenza. Nell’infinito, che è indefinibile, lo spazio e il tempo imposto dal presente non esistono, vi è l’architettura di una eternità che non è sottoposta a nessun vincolo umano, al di sopra delle illusioni e dell’endemica infelicità. Luogo che appartiene all’eternità, all’immaginazione e al poeta.
L’infinito
« Sempre caro mi fu quest’ermo colle,
e questa siepe, che da tanta parte
dell’ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
spazi di là da quella, e sovrumani
silenzi, e profondissima quïete
io nel pensier mi fingo, ove per poco
il cor non si spaura. E come il vento
odo stormir tra queste piante, io quello
infinito silenzio a questa voce
vo comparando: e mi sovvien l’eterno,
e le morte stagioni, e la presente
e viva, e il suon di lei. Così tra questa
immensità s’annega il pensier mio:
e il naufragar m’è dolce in questo mare. »
Si consiglia:
– per l’analisi del testo il link http://www.parafrasando.it/poesie/infinito.htm
– per un approfondimento <L’Infinito> questo sconosciuto. Leggi