Li Po, vissuto tra il 701 e il 762 è forse il maggior poeta cinese. Per il suo talento fu chiamato a Corte dall’imperatore Hsüan Tsung, dal quale ricevette stima e attenzioni. Può esse definito taoista per l’importanza che attribuiva alla vita semplice. Viaggiò tantissimo, cantò la spensieratezza, il vagabondaggio, l’amicizia, la natura, di cui sapeva fornire in versi le emozioni derivanti dalla vista del panorama, attraverso la sua eccezionale immaginazione visiva. Era della convinzione che non c’è nulla da raggiungere nella vita, giacché l’uomo è soltanto un puntino insignificante, in un universo infinito.
La leggenda vuole che sia morto annegato nel fiume Chang Jiang, (detto fiume azzurro, lungo circa 6.380 Km, è considerato il confine tra la Cina settentrionale e la Cina meridionale) cadendo ubriaco dalla barca, mentre tentava di prendere la luna riflessa nelle acque.
Scrisse oltre 1000 componimenti in stile moderno che include versi regolati do otto versi tutti di cinque o di sette sillabe. La lunghezza può essere anche di multipli di otto versi, in questo caso la composizione è identificata come versi in fila.
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La luna in vista, dal valico tra i monti
Dalla vetta del Cielo emerge il chiar di luna,
tra un oceano di vaghe e antiche nubi.
Una brezza robusta, che spira in lontananza,
oltrepassa la soglia della Porta di Giada.
Mentre le nostre armate scendono alla frontiera,
le milizie dei Tartari spiano baie azzurre.
Proprio da qui si scorge il campo di battaglia,
ma senza mai vedere guerrieri di ritorno!
Il confine è battuto da guardie di frontiera;
nostalgia della patria, su tante facce afflitte.
E stanotte le vedove, negli alti appartamenti,
tra i singhiozzi sapranno la loro delusione.
(Da <Poesia cinese dell’epoca T’Ang>, quarta edizione, Rizzoli, 2009. a c. di Leonardo Vittorio Arena)
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Inverno
Anche quel muro vecchio
anche quel magro cane
anche il gelo nel secchio
gode il sol, stamane.
(Da <Wikipedia> al link http://it.wikipedia.org/wiki/Li_Po)
10/04/2013