L’empio servo tremò; con gli occhi al suolo
udì la sua condanna. A lui non valse
merito quadrilustre; a lui non valse
zelo d’arcani uffici: in van per lui
fu pregato e promesso; ei nudo andonne,
dell’assisa spogliato, ond’era un giorno
venerabile al vulgo.
(Giuseppe Parini, La vergine cuccia, vv. 26-32)
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Il servo sacrilego tremò, colpevole di aver dato un calcio a una “alunna delle Grazie”. Al domestico non valse il fatto di aver servito meritevolmente per molto tempo il padrone, né la motivazione di essere stato messaggero nascosto di comunicazioni amorose con zelo. Andò via, dunque, senza più addosso la livrea che lo aveva reso degno di rispetto agli occhi del popolino. Licenziato: è come essere nudo e senza alcun valore. Lo sdegno del poeta è per la condanna spietata e per il povero domestico.
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Giuseppe Parini (Bosisio, 23 maggio 1729 – Milano, 15 agosto 1799) è stato un poeta e abate italiano. Membro dell’Accademia dei Trasformati, fu uno dei massimi esponenti del Neoclassicismo e dell’Illuminismo in Italia.