58.

Nelle loro stanze di acciaio simulano moltitudini di identità per appagare il desiderio d’essere. Come gli ingranaggi di un orologio abbisognano di una carica per poter continuare a muovere le ore, allo stesso modo essi ricaricano il serbatoio della loro pochezza con le eccellenze degli altri. Incapaci di fare altro.

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