Procuste, il cui vero nome era Polipemone, significa stiratore, ed era il soprannome di un leggendario brigante greco che attendeva i viandanti sulla strada da Atene a Megara. Dopo averli catturati li stendeva su una specie di letto, al quale adattava la loro statura, e se questo non avveniva, provvedeva ad amputarli o a stirarli secondo i casi. Procrste venne ucciso dall’eroe ateniese Teseo. Dalla vicenda legata a questo personaggio mitologico sono state derivate due espressioni: essere nel letto di Procuste – ad indicare una situazione molto difficile a cui bisogna adattarsi forzatamente con sacrificio; e l’altra, sindrome di Procuste – con cui s’intende una particolare patologia mentale che porta chi ne soffre a provare un forte dispiacere e dolore nei confronti delle persone che hanno nella vita successo e fortuna. Chi è affetto da tale patologia non tollera che altri lo superino, o che dimostrino di avere maggiori competenze in certi campi. L’atteggiamento che ne deriva è scorretto e sleale.

Quanti Procuste abbiamo incontrato nella nostra vita? Quante persone mettono il bastone fra le ruote per il solo vantaggio di godere dell’impedimento realizzato a danno del malcapitato. Procuste quanto a malvagità era insuperabile. Si appostava sul monte Coridallo nell’Attica ad aspettare le sue vittime. A volte le ingannava con la promessa di un pasto caldo e un po’ di ristoro per poi ucciderli.

La sindrome di Procuste colpisce maledettamente con l’inganno e la malvagità. Quante persone che si conoscono sono riconducibile a tale patologia? Molte! Purtroppo! sia in ambito politico, economico e sociale. L’odio è il deterrente dell’onestà ed è la malattia dell’invidioso. Procuste poi viene ucciso da Teseo, come a dire che il male procurato si ritorce sempre nei confronti di colui che lo fa. Il male ritorna al punto di partenza e proprio lì che incide – seppure per un momento di illusione –  la fine del male, per poi ripartire nel ciclo costante della vita, con le modalità di sempre: vittoria e sconfitta, in eterni giochi di destini umani e divini.

Ebbene, Procuste avrebbe ispirato i nostri anziani del Salento alla derivazione del proverbio male nu fare, paura nu bbire (male non fare, paura non avrai). La lealtà, il rispetto, la consapevolezza dei propri limiti sono condizioni necessarie per un vivere in pace senza timori e ritorsioni. I fatti però smentiscono sempre i buoni propositi e Procuste continua a mietere tante vittime. Pare che il mondo vada così, e sia molto difficile da cambiare, tant’è che  non ci prova più nessuno. 

04/08/2023

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