Deriva dal latino (manteliu(m), tovagliolo. Mantèra, grembiule usato dalle donne per preservare i propri abiti dalle macchie. Anche gli uomini  lo utilizzavano nei loro lavori artigianali (barbieri, commercianti, fabbri). È un indumento di uso popolare e ci sono prove che venisse utilizzato già nell’antica Creta e nell’Egitto dei faraoni durante i riti religiosi. I grembiuli erano usati come segno distintivo di un determinato mestiere: i calzolai indossavano grembiuli neri, i maggiordomi adottarono il verde, il blu era il colore dei tessitori e giardinieri. Per le donne del Salento la mantèra non serviva soltanto a proteggere gli abiti, aveva altri usi: serviva da guanto per prendere la padella dal fuoco; asciugava le lacrime dei bambini; serviva  a trasportare le uova e ogni altra cosa, compresa la legna. Era facile da lavare e realizzato in avrie lunghezze. Era il simbolo dell’operosità femminile; successivamente negli anni venne criticato dai movimenti femministi perché considerato simbolo della donna sottomessa.

Si racconta che nella tradizione salentina la mantèra era legata al corteggiamento, infatti attraverso di essa le ragazze potevano comunicare le proprie intenzioni.  Se la mantèra veniva spostata verso destra indicava interesse alla proposta, verso sinistra invece il non interesse verso il corteggiatore.

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