Li maccarruni nel Salento è una pasta tipica preparata in casa a base di farina di grano duro o d’orzo con l’uso di un attrezzo apposito, detto ‘ferro della pasta’, intorno al quale viene arrotolato un rotolino di impasto. In alcune zone del Salento il termine diventa ‘maccarrune’, ‘ maccarone’, anche ‘minchiareddhri’; in italiano maccherone; in catalano ‘macarron’. Traslato sta a indicare una persona stupida, bonaccione, babbeo.

Per il filologo Jean Auguste Ulric Scheler il termine deriverebbe dal greco makares (μακάρες), beati,  epiteto che si dava ai morti, poiché in origine si sarebbe indicato con questo nome un cibo che si consumava nei banchetti funebri. Usato per lo più al plurale, maccheroni è nome generico di ogni tipo di pasta (maccheroni al pomodoro, al ragù).  In diverse regioni italiane indica vari tipi di pasta, corta o lunga, di grosso diametro (tra i bucatini e le zite). La parola maccherone per diversi secoli è stata semplicemente sinonimo di ‘pasta’ e si applicava a qualsiasi formato conosciuto. 

Si dice: ‘cascare come il cacio sui maccheroni’, quando una cosa accade al momento giusto.

 

La pasta oltre ad essere emblema di identità nazionale e culturale è anche un argomento letterario.

Apicio (gastronomo, cuoco e scrittore romano vissuto a cavallo fra il I secolo a.C. e il I secolo d.C.) nei suoi scritti fa rimerimento ad una pasta dura, che chiamava conchiglia.

Boccaccio nel XIV secolo col Decameron fa uso della pasta: […] una contrada che si chiamava Bengodi, nella quale si legano le vigne con le salsicce,e  avevasi un’oca a denaio e un papero giunta, ed erravi una montagna tutta di formaggio parmigiano grattugiato, sopra la quale stavan genti che niuna altra cosa facevan che far maccheroni e raviuoli, e cuocergli in brodo di capponi, e poi gli gittavan qundi giù,e  chi più ne pigliava più se n’aveva […]

La Bibliothèque Natinale di Parigi conserva il Tracctatus e il Liber de Coquina risalenti al Trecento. Gli autori sono ignoti, tuttavia il primo viene attribuito a  un francese, il secondo invece a un autore napoletano. Il Liber de coquina riporta suggerimenti per la cottura della pasta. Certamente i maccheroni sono riconosciuti come il più antico e più generico tipo di pasta corta. Da ciò proviene la locuzione di ‘latino maccheronico’ a significare una letteratura beffarda, grossolana e ironica.

Il Maestro Martino (Martino de’Rossi o Martino de Rubeis) è stato un cuoco più importante del secolo XV e gastronomo italiano. A lui si deve la stesura del Libro de Arte Coquinaria, considerato un caposaldo della letteratura gastronomica che testimonia il passaggio dalla cucina medievale a quella rinascimentale.

Carlo Goldoni, vissuto nel 1700, nella sua opera Memorie, descrive la vita di un uomo italiano longevo chiamato ‘mangiamaccheroni’, evidenziando la tendenza culinaria degli italiani a  mangiare maccheroni. M anon tutti amavano i maccheroni, al contrario c’era chi li detestava, Giacomo Leopardi ad esempio. Il poeta si diverte nel prendersi gioco dell’usanza napoletana della pasta: [… S’arma Napoli a gara alla difesa/de’maccheroni suoi, ch’ai maccheroni,/anteposto il morir, troppo le pesa/e comprender non sa/[…]

Giovanni Pascoli nei Canti di Castelvecchio ci racconta la poesia delle piccole cose e delle gioie semplici: E’ l’ora, in cucina, che troppi/due sono, ed un solo non basta:/si cuoce, tra murmuri e scoppi,/la bionda matassa di pasta.

Filippo Tomamso Marinetti con la pubblicazione de Il manifesto della cucina futurista (1930), accusa la pasta di far ingrossare esageratamente il volume addominale. Secondo al sua visione, i consumatori di pasta hanno un carattere lento e risulterebbero apatici, fiacchi di fronte ai consumatori di carne. Ma la credibilità del leader del
movimento Futurista sarebbe presto crollata. Infatti, proprio nei mesi in cui la diatriba era più accesa, si era fatto sorprendere a un tavolo del ristorante Biffi a Milano mentre mangiava con avidità un bel piatto piatto di spaghetti. Il fatto venne commentato da un giornale umoristico con questi versi satirici:
Marinetti dice “Basta,
messa al bando sia la pasta”.
Poi si scopre Marinetti
che divora gli spaghetti.

 

29/11/2022

 

 

 

(Visited 166 times, 1 visits today)