Il ciarlatano un tempo era colui che sulle piazze cavava i denti o vendeva rimedi che decantava miracolosi. Il termine poi è rimasto in uso per indicare prestigiatori, giocolieri, e in genere chi vende in pubblico prodotti specifici o altre merci incantando la gente con abbondanza di chiacchiere. Per estensione è colui che si spaccia per quello che non è. Lo si incontra dappertutto, nei bar, nei ristoranti, nelle scuole, per le vie. Parla di argomenti che non conosce a coloro che hanno scarse conoscenze. È un millantatore che sa di non sapere ciò di cui parla, ma si convince che le sue menzogne sono verità. Vive di inganni e autoinganni. È intollerante verso coloro che lo disapprovano. Molto abile a muoversi nella terra di nessuno e dei fraintendimenti e degli equivoci, dove non ci si chiede se una cosa sia vera o falsa: si cerca solo qualcosa in cui credere.

Nel dialetto salentino è denominato trastulone, da trastula (bugia, imbroglio), dal latino medievale se trasntollere – divertire, distrarre, allietare con giochi e passatempi, riferito a persona adulta assume tono scherzoso o peggiorativo: sta tutto il giorno a trastullarsi senza concludere nulla, perditempo.

Il trastulone si avvale della parola contaminata, fuori dalle righe della realtà, al solo scopo di incendiare paglia per intorpidire gli occhi di fumo. Pulcinella della verità.

Si riporta un aneddoto di Salvatore Malorgio che riguarda lu trastulone. Una storiella accaduta molti anni fa a Tuglie, in un periodo non ben attrezzato tecnologicamente per dare sollievo ai malanni della gente.

Verso la fine degli anni ’50, durante il periodo primaverile, quasi tutte le domeniche in piazza Garibaldi c’era la presenza “ te nu trastulone che con una mimica e una parlantina a mitraglia incantava gli astanti con l’intento di piazzare qualche prodotto miracoloso.  Di consuetudine piazzava la sua bancarella presso il monumento ai caduti in guerra. La gente curiosa di apprendere quale mercanzia intendeva vendere si raccoglieva in silenzio ad ascoltarlo. Con sapienza di gesti e di lessico pseudoscientifico lu trastulone iniziava ad illustrare le proprietà farmacologiche di un non meglio precisato miscuglio a base di granuli verdi da utilizzare efficacemente contro il mal di testa e di denti. Un dolore molto frequente nella popolazione che non poteva contare all’epoca di appropriate cure mediche, stante l’assenza di studi dentistici e farmaci efficaci a buon prezzo. Il miscuglio di granuli verdi riposto in una carta oleata prima dell’assunzione andava sciolto in mezzo bicchiere d’acqua. Dalle parole ai fatti: per poter vendere il ‘farmaco’  e dichiararne il prezzo si rendeva necessaria una prova. Domandò, quindi, se qualcuno fra i presenti soffrisse di mal di denti.  Si fece avanti  lu Cchinu  (Gioacchino), personaggio tugliese che andava in giro un po’ malandato nel vestire e nella cura della persona (abitava di fronte al deposito di generi alimentari te lu Pastore ). Cchinu si prestò di fare la prova: si sciacquò la bocca con il farmaco e lo sputò per terra. Subito dopo, ammise che il mal di denti era scomparso. La prova provata aveva dato i risultati sperati e tutte le bustine del farmaco furono vendute con grande soddisfazione del trastulone”. 

12/02/2024

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