Camasciu, svogliato, pigro, nullafacente; camascìa, pigrizia. Frequentemente s’incontra questo termine nel parlato dialettale tugliese e salentino nelle forme: ete nu camusciu (è un pigro), oppure, tene camascìa (non gli va di fare nulla). Potrebbe derivare come molti autori sostengono dal latino cama(m), letto basso e stretto, dal quale deriverebbe camàcium (persona che ha voglia di dormire, di stare a letto per non lavorare), traslato nell’oralità dialettale diventa camasciu, o camascione (pigrone).
Camàscia invece assume un significato dispregiativo riferito in particolare a una donna trasandata, non bella, non attenta alla propria cura del corpo.
Il termine cama è presente anche nella lingua spagnola e portoghese con il significato di letto.