Con il ghiaccio dentro il bicchiere il caffè si annacqua, ma ci si accontenta, berlo caldo d’estate alla santa temperatura di 28 gradi non è per niente piacevole, già al bar del piazzale degli sciancati resistere alle discussioni fuori logo e senza lievito di birra è impresa ardua. Tra tanti bonacci c’è però qualche sminchiato; sì, permettete il neologismo dialettale coniato all’occorrenza dal mio amico Giorgio Leo. Sappiamo cosa significa minchia e minchionesminchiato invece ha un significato diverso, che tenta letteralmente di tradurre la condizione di una persona in un particolare momento della sua giornata o della vita. Sostantivo maschile e femminile, al plurale sminchiati, verbo transitivo sminchiare.

Vediamo nel dettaglio il suo significato: si dice di persona che in un determinato momento vorrebbe non interessarsi di nulla, avendo assunto la consapevolezza che ogni cosa genera altre cose in illusioni e delusioni; non è una forma di remissione, anzi c’è la forza di uscire fuori dalle regole per sovvertirle in senso positivo, in considerazione anche dell’accrescimento a livello individuale di una razionalità adeguata a fronteggiare situazione difficili. Lo sminchiato dunque è colui che si appresta a dare una svolta alla propria vita, dopo un’intensa riflessione di se stesso, abbandonando qualunque tipo di alienazione, in rafforzamento delle proprie capacità. La capacità di sminchiare implica dedizione e cura di se stessi per poter raggiungere la condizione ottimale di rafforzamento psichico, generalmente è preceduta da una fase latente di intorpidimento, poi tutto diventa più chiaro.

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