Non è il caso di nascondere la paura che serpeggia dappertutto. La parola ricorrente è crisi. Le borse vanno giù. La manovra non si sa se può bastare. La politica non c’è. L’Europa dov’è? Che casino! Chi mai potrà salvarci da tutti i mali? La bella vita che pochi hanno condotto per tanto tempo è in pericolo; la brutta vita di molti sta assumendo connotazioni tragiche.
Esagerazioni, eccessi, malaffare, incompetenza, incapacità hanno portato il paese sull’orlo del baratro. Le cose non stanno bene. C’è da preoccuparsi. La paura è in tutti. Frastornati e confusi. Abbiamo fatto un bel sogno per tanti anni, illudendoci di vivere come nababbi, trascurando i problemi, senza prestare attenzione alle avvisaglie di malessere, perché ciò che contava era l’illusione.
Non abbiamo più nessun sogno. Non sappiamo più a quale santo volgere le nostre preghiere. C’è poco da ridere e da ironizzare, come ancora stupidamente alcuni comici fanno in televisione. C’è da pensare al festival di Sanremo. Ecco questo è il vero impegno. Per favore che lo eliminassero insieme a tutti gli sprechi e le idiozie di cui l’Italia è soltanto un serbatoio saturo di immondizie pseudo-culturali.
C’è il divario fra stipendi da favola e stipendi di fame. Ci sono i parlamentari che per il loro lavoro istituzionale percepiscono tutto quanto gli è necessario per garantirsi una vita agiata, e c’è chi stenta ogni giorno a vivere.
C’è la star che percepisce per una mezz’ora di spettacolo milioni di euro, c’è l’operaio che è costretto a lavorare in nero e in condizioni di estrema precarietà.
C’è chi non ha mai pagato le tasse ed è ricchissimo. C’è chi le tasse le paga ed è povero.
Vergogna!
C’è da mettere mano in ogni cosa, aggiustare e migliorare.
In questo momento personalmente provo disgusto per tutto ciò che riguarda l’Italia, deluso e arrabbiato.
Vorrei andare via da questo paese che è diventato il libro delle sporcizie, delle chiacchiere e delle eterne promesse.
Intanto teniamoci la paura. Questa sì che c’è in abbondanza e per tutti.