Della potenza meravigliosa del loro effetto (si riferisce al ritmo e alla rima) io non so darmi altra spiegazione se non questa: che la nostra facoltà di rappresentazione, essenzialmente legata al tempo, acquista con il loro aiuto un’intonazione speciale, che ci spinge a seguire interiormente ogni uomo che si ripete a intervalli regolari, e ci fa quasi vibrare all’unisono con quello. In tal modo il ritmo e la rima tengono incatenata l’attenzione, perché ascoltiamo la recitazione con maggior piacere; fanno inoltre sorgere in noi una disposizione cieca, anteriore ad ogni giudizio, di acquiescenza alla cosa che si recita; il che le conferisce una certa potenza enfatica e persuasiva, indipendentemente da ogni ragionamento.
(A. Schopenhauer, Il mondo come volontà e rappresentazione (1859), trad. it. Mursia, Milano, 1969, p. 285)