La malattia si preannuncia senza alcunché di preavviso e impone divieti, cure e cambiamento di abitudini. Zeno, protagonista del romanzo La coscienza di Zeno di Italo Svevo, per un forte mal di gola è obbligato ad astenersi dal fumo, ma nonostante il divieto continua a fumare di nascosto. Ne consegue un senso di colpa e lo sforzo di liberarsene con continui buoni propositi, disattesi.
La malattia mi procurò il secondo dei miei disturbi: lo sforzo di liberarmi dal primo. le mie giornate finirono coll’essere piene di sigarette e di propositi di non fumare più e, per dire subito tutto, di tempo in tempo sono ancora tali. La ridda delle ultime sigarette, formatasi a vent’anni, si muove tuttavia. Meno violento è il proposito e la mia debolezza trova nel mio vecchio amico maggior indulgenza. Da vecchi si sorride della vita e di ogni suo contenuto. Posso anzi dire, che da qualche tempo io fumo molte sigarette… che non sono le ultime.
Sul frontispizio di un vocabolario trovo questa mia registrazione fatta con bella scrittura e qualche ornato.
<Oggi, 2 febbraio 1886, passo dagli studi di legge a quelli di chimica. Ultima sigaretta>
Adesso che sono qui, ad analizzarmi, io sono colto da un dubbio: che io forse abbaia amato tanto la sigaretta per poter riversare su di essa la colpa della mia incapacità. Chissà se cessando di fumare io sarei divenuto l’uomo ideale e forte che m’aspettavo. Forse fu tale dubbio che mi legò al mio vizio perché è un modo comodo di vivere quello di credersi grande di una grandezza latente. Io avanzo tale ipotesi per spiegare la mia debolezza giovanile, ma senza una decisa convinzione. Adesso che sono vecchio e che nessuno esige qualche cosa da me, passo tuttavia da sigaretta a proposito, e da proposito a sigaretta.
Che cosa significano oggi questi propositi? Come quell’igienista vecchio, descritto da Goldoni, vorrei morire sano dopo di esser vissuto malato tutta la vita?
Per diminuirne l’apparenza balorda tentai di dare un contenuto filosofico alla malattia dell’ultima sigaretta. si dice con un bellissimo atteggiamento: <mai più!>. Ma dove va l’atteggiamento se si tiene la promessa? L’atteggiamento non è possibile di averlo che quando si deve rinnovare il proposito, Eppoi il tempo, per me, non è quella cosa impensabile che non s’arresta mai, da me, solo da me, ritorna.
L’ultima sigaretta è soltanto un rinvio ad un’altra, ancora. E il tempo non deciderà l’attimo di smettere di fumare, ritorna e ritorna in una sorta di continuo presente in cui si fonde il tempo interiore della memoria e della speranza. Tutto va piacevolmente e dannatamente in fumo.