Dante è, nelle pagine del libro di Luigi Scorrano, al centro di un’indagine variamente articolata ma unitaria. Si va dalla “Lectura” in senso istituzionale, ma con novità di prospettive, all’esplorazione della “presenza-fortuna” di Dante dal Cinquecento al Novecento. In Cellini, Sereni, Moravia, Piovene, Bevilacqua sono saggiati modi e forme del “riuso” del dettato dantesco, ma anche le ragioni profonde che lo definiscono e lo giustificano. Non un semplice rilevamento di somiglianze o identità verbali, ma ricerca di affinità ed esplorazione del dialogo intrecciato attraverso il tempo con il grande modello.

Il saggio “Dante fascista” che ispira il titolo del volume, evidenzia il contrasto tra il padre della letteratura e la perentoria interpretazione imposta dai commentatori danteschi politicizzati e indottrinati di assolutismo ideologico nella celebrazione ridondante e unilaterale della sua figura civile di difensore della tradizione culturale italiana.

Scorrano ricostruisce le fila logiche e strategiche di questa strombazzante distorsione interpretativa.

Luigi Scorrano (Tuglie, 1938) è critico letterario, studioso noto, saggista.

Il Dante “fascista”. Saggi, letture, note dantesche Angelo Longo Editore, Ravenna, 2001.

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