Allora si ricongiunge quello che noi continuamente / separiamo, per il semplice fatto di esserci […] (Rainer Maria Rilke, Quarta elegia)

A ridosso del mattino, quando ogni cosa è sistemata e non si trova lì per caso, il poeta osserva lo straordinario incanto del cielo che si abbassa alla terra per renderle onore.

Nel segmento del tempo i colori esplodono sole. L’aggiunta di immagine ad immagine, oggetto ad oggetto, è poesia.

Ogni cosa è al suo posto, ancora. Gli alberi d’ulivo –  attori del luogo – non ingigantiscono sguardi, plaudono echi e richiami di Sud. Il muro bianco posto all’orizzonte delimita l’infinito, sicché immaginarlo non vi è obbligo di fantasia. È una storia di immagini e di colori per avventura di occhi e di cuori.

Mi fingo poeta per godere dell’immagine che fu sottratta, per un attimo, dal libro di Dio.

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