In senso letterario non vi è dubbio fu Charles Dickens. Il 17 dicembre 1843 pubblicava la prima edizione di A Christmas Carol, dando origine alla Christmas Fiction e alle festività natalizie come noi le conosciamo. Dickens, già scrittore affermato, esposto finanziariamente decise di  scrivere questo racconto in poche settimane. Nel farlo era spinto dalla volontà di risvegliare lo spirito natalizio e al contempo di risanare le proprie finanze. Il libro A Christmas Carol, in italiano tradotto Il Canto di Natale in poco tempo divenne un bestseller. Dickens volle raccontare una nuova umanità possibile attraverso l’amore e la voglia di regalare sé stessi e gli oggetti dei desideri a parenti e amici.

Come nacque l’idea di scrivere ‘A Christmas Carol? Dickens da piccolo aveva vissuto nei quartieri poveri di Londra un’esperienza che lo segnò per tutta la vita. Infatti, per pagare i debiti del padre fu mandato a lavorare in una fabbrica di lucido da scarpe. Maltrattato dal padrone, il ragazzino ribelle fuggì, ma la mamma in gravi difficoltà economiche pregò il proprietario di riprenderlo. Questo periodo della sua vita fu estremamente sofferto e le sue esperienze in quel periodo furono traslate nelle sue opere letterarie. Dickens riuscì a rappresentare le condizioni lavorative e ambientali dell’Inghilterra vittoriana. Difatti, nei suoi romanzi rappresentò la condizione di difficoltà dei lavoratori inglesi causata soprattutto dalla Rivoluzione industriale. Sviluppò un atteggiamento critico e di condanna nei confronti della società inglese, denunciando le condizioni in cui erano costretti a lavorare gli operai, il lavoro minorile, il crimine, la prostituzione e l’apparato giudiziario inglese verso cui non aveva alcuna simpatia. Tra descrizioni terribili della miseria e del crimine ed episodi umoristici e comici raccontò la società inglese, creò molti personaggi appartenenti a diverse classi sociali descrivendo i lori atteggiamenti, vezzi, ambizioni e vanità.

Perché Dickens è il vero inventore del Natale. Il Natale è oggi luminarie, regali, albero, presepe, cenone. Tradizioni ormai assodate, invero sono piuttosto giovani nel tempo, e hanno un’origine laica ben precisa: Charles Dickens. A scanso di equivoci, precisiamo che Dickens non ha inventato i canti natalizi o gli alberi di Natale, ma è grazie a lui e ad alcune sue opere, tra cui la già citata A Christmas Carol (Canto di Natale), che festeggiamo il Natale nel modo in cui tutti sappiamo. Nell’Inghilterra vittoriana il Natale era soltanto una festa sacra, poiché i puritani erano contrari alle festività eccessive. Inoltre a quei tempi non erano previste vacanze durante il periodo natalizio. Come abbiamo visto, Dickens era estremamente contrario alle condizioni di vita in cui versavano la maggior parte degli operai e le loro famiglie. Per sollevare quindi l’opinione pubblica sul tema scrisse un saggio politico intitolato Un appello al popolo inglese, per conto dei bambini poveri. Tuttavia, prevedendo uno scarso successo del saggio, decise di veicolare le stesse idee e riflessioni tramite un racconto, Canto di Natale. Il libro  pubblicato il 19 dicembre 1843 fu un successo strepitoso: in pochi giorni la prima ristampa era esaurita. Generò subito una passione collettiva per il natale, così tanto che la popolazione inglese iniziò a far rivivere alcune tradizioni cadute in disuso. I canti di Natale divennero sinonimo di felicità. Venne ripresa la tradizione di allestire e decorare l’albero di Natale. Inoltre, Dickens rovesciò l’idea che fare una festa con tanto di cena abbandonante non era vista di buon occhio, in quanto dava l’impressione di voler ostentare ricchezza. Per Dickens festeggiare il Natale con abbondanza di cibo non era ostentazione ma amore per la propria famiglia. Dobbiamo a lui la  conversione allo spirito natalizio, ben rappresentato anche da quel vecchio buontempone con la barba bianca e lunga, che danza e si rallegra a dare regali ai bambini, ma soprattutto la riscoperta di tutti gli ideali di bontà e generosità che caratterizzano il Natale. 

15/12/2023

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