Il valore di ‘senso’ inteso col significato di ragione, discernimento. Attestato già nel XII secolo nelle lingue romanze di origine francese, in Italia ha circolato poco. Tuttavia, secondo l’Accademia della Crusca,  il successo esplode nel XVIII secolo quando si presenta come una variante familiare della ragione illuminata. Da allora il significato si è spostato nel confine del ‘senso comune’. Le differenze sono semplici e significative. Il buon senso (anche nella variante univerbata di buonsenso) rappresenta la capacità di sentire, di comprendere e di discernimento sul piano intellettuale e morale. Il senso comune verte sull’opinione e sentire delle opinioni della maggioranza, per cui difficilmente entra in conflitto con esse, si adegua nelle sue forme moralizzanti. 

A leggere Cartesio, il buon senso, invece, serve a distinguere il vero dal falso, e nella pratica quotidiana esso fa sempre i conti col senso comune, il sentire condiviso, le certezze sedimentate dalla consuetudine entro cui ogni persona vive. Accade, quindi, che il buon senso pretenderebbe di essere tutt’uno con il senso comune.

Chiarire le differenze e le conseguenziali sovrapposizioni tra senso comune e buon senso aiuterebbe a comprendere meglio la sostanzialità che li distingue entrambi. Intanto, il buon senso è la capacità individuale che deriva da un sapere, ne è dunque una sorta di applicazione soggettiva. In sintesi, il buon senso è un facoltà, il senso comune un patrimonio di sapere. Il buon senso è facoltà e capacità di elaborare attraverso l’esperienza, quindi sugli errori che si commettono. Il problema nasce allorquando il buon senso incrocia il senso comune, perché come diceva Manzoni: «il buon senso c’era, ma se ne stava nascosto per paura del senso comune». Senso comune come vox populi esprime un maggiore consenso e una maggiore sensibilità alle circostanze. Se il senso comune racchiude l’insieme di credenze – banali, ovvie, parziali, iperboliche -, il buon senso funziona in accordo a un giudizio equilibrato, intelligente.

Ovviamente, il buon senso è una facoltà che attende di essere esercitata ragionevolmente nelle molteplici circostanze in cui si ravvisa la necessità di porre in atto chiarezza e giustezza. In questo senso, questa facoltà discrimina, delimita, ma aiuta a decidere secondo ‘buon senso’.

Essere persone di vero buon senso vuol dire prendere la strada meno battuta e pensare in modo autonomo.

In conclusione il buon senso punta alla verità, e a perseguire il giusto. Il senso comune verte al pensiero di maggioranza, tralasciando la scientificità delle cose.

30/07/2024

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