L’opera si compone di 13 racconti scritti un anno dopo l’altro per una circostanza particolare: la “fera te santa Lucia” (13 dicembre). La festa di santa Lucia è la ricorrenza durante la quale tutti gli artigiani (e i dilettanti) di figurine del presepio (in cartapesta o in gesso) espongono e vendono. Una tradizione leccese.
Accogliendo questi dati di tradizione, l’Autore ha fatto protagonisti dei suoi racconti uomini e pupi che ricordano i Natali del passato, riflettono sul senso di una giornata particolare, fanno i conti con il proprio passato o con la propria funzione in quella che è la tradizione del presepio. Rimpianti e delusioni, piccole gioie ritrovate, scettico sguardo su una tradizione che sempre più ha perduto i suoi connotati originali, malinconica presa d’atto di tante promesse mancate della vita.
Varietà di toni e di registri sono armonizzati da una scrittura piana e attraente; l’invenzione va da una memoria dell’infanzia che si cerca di recuperare per interrogarne i remoti trasalimenti (A Natale i treni) allo sguardo disincantato e alla memoria pungente di L’uomo che guarda le stelle; dall’ilare invenzione di Ma che cos’è questastoria della Befana? e di Uno strano caso al vario atteggiarsi dell’animo dei protagonisti del presepio (da I Magi a Baldassare per la strada a L’albero cantava).
Non si tratta, come si potrebbe pensare, di racconti per ragazzi o di piccole storie consolatrici. Sullo sfondo c’è il nostro tempo, con le sue angosce e i suoi affanni quotidiani.
Ciascun racconto è corredato da una illustrazione realizzata da Gabriella Torsello.