Se questa vita ci offre qualcosa per cui possiamo ringraziare Dio, questa cosa è il dono di ignorarci, Ignorandoci rendiamo l’anima nemica, un pozzo non in uso alla superficie del mondo, Nessuno conosce un altro, ed è meglio che non lo conosca, e se lo conoscesse conoscerebbe in lui, anche se gli fosse madre, moglie o figlio, il suo profondo nemico. Ci intendiamo perché ci ignoriamo, a tal punto che avvertiamo la nostra esistenza nelle assenze e non nelle presenze degli altri. Che cosa accadrebbe veramente se potessimo conoscerci nella profondità dell’anima. I più felici sono coloro che ignorano tutto e tutti. Nel ballo in maschera che viviamo ci basta il gradimento del vestito che nella commedia del ballo è tutto. Siamo servi di luci, colori, musica, canti, chiacchiere e favole. Giriamo sempre attorno alla verità perché non ci interessa affatto conoscerla, basta solo un rimando appena percettibile ad essa.

Se questa vita è così è perché facciamo o diciamo sempre con la stessa maschera nel solito ballo. Non raggiungiamo mai la nudità dell’anima poiché ci è difficile spogliarci degli abiti succinti dell’ipocrisia e dell’invidia. Qualcuno che vede in un breve momento vede l’universo spogliato, parla una filosofia o canta una religione; e coloro che credono in quella filosofia cominciano ad usarla come un vestito ‘altro’ con colori raggianti di rosso e di blu.

Questa vita è per tutti e per nessuno in quanto l’immaginazione comprende ogni cosa e non tende all’azione. Nessuno può essere re del mondo se non in un sogno. E ognuno di noi vuole essere re del mondo.

05/04/2024

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