Ntunucciu preannunciava la festa della Madonna dell’Annunziata con il suo tamburo per le vie del paese. Il ritmo sempre identico, cadenzato nella giusta misura di annuncio di una festa. Per i tugliesi la festa patronale è devozione per la Madonna, ma soprattutto manifestazione di una tradizione secolare. Il suono era alto, intenso e breve. Destava ammirazione e compiacimento. I tugliesi al suo udire si fermavano, immobili ne coglievano la particolarità di una tradizione.
Ntunucciu con quella sua aria svagata e al contempo boriosa portava le note musicali in giro; mentre, durante la processione si posizionava all’inizio per avvertire la gente dell’arrivo della Madonna nelle strade. Si udiva un tempo il suo tamburo, oggigiorno vi è il silenzio. Continuerà forse in cielo a battere le stecche sul tamburo e allietare gli angeli. Noi qui sulla terra lo ricordiamo con piacere. la sua assenza ci rattrista, non vi è nessun’altro che potrebbe prendere il suo posto. Era lui il personaggio che, nella semplicità di una tradizione, perpetuava il suono di una festa importante.
Ntunucciu, umile e affabile tratteggiava i colori della simpatia. Memorabili le sue schermaglie con Rosa Parata. Stazionava spesso in piazza Garibaldi presso il Bar te lu Pici Toma, dove, tra una risata e un battibecco, giocava a briscola o a tressette. Abile nell’apparecchiare la commedia degli equivoci alla maniera di Totò, le risate cadevano a cascata. Non c’è più e ci mancano le sue stranezze, la sua spensieratezza e giocosità. Il tamburo tace. Il silenzio però ne produce ancora il suono a tutti coloro che lo hanno conosciuto. Ci rimane la Festa e in essa viviamo speranze e ricordi. La Madonna non ha più quel suono cadenzato. Ascolta, tuttavia, il battere del cuore dei tugliesi che a mo’ di tamburo le manifestano in segno di sincera devozione.
14/04/2023