Ci incontravamo tutti i giorni nello stesso posto. Spartivamo versi e sigarette. Parlavamo degli altri poeti, delle loro stellette conquistate sulle pagine scritte, delle loro manie, degli abusi di scrittura. Nessuno di noi avrebbe potuto immaginare quello che di lì a poco sarebbe successo. Vedemmo il tempo annodarsi la cravatta in un calendario carico di fiori, le ore profumarsi di incenso, la terra rotolare nel vuoto. Apparve Omero dalle tombe sotto il cielo in un giorno in cui il sole era di fili spinati. Achille ci indicò le vendemmie di poesie e ci armò per combattere un duello. Fummo però uccisi dalla notte in riva al mare. Apollo innalzò i suoi templi dappertutto e Omero era ancora l’unico e grande poeta.

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