Di tutti gli eroi cartonati del passato ricordo l’uomo tigre. Negli anni ottanta la serie animata arrivò in Italia grazie alla C.R.C con il nome di L’Uomo Tigre, il campione. Matteo lo prese a modello e ne divenne un accanito fan. Di mattina presto, intorno alle sei, era solito allestire in cucina apposite scenografie con l’uomo tigre in azione di combattimento, sospeso in aria con fili di cotone e altro. Rimanevo meravigliato e compiaciuto della sua creatività nell’inventare storie e darne la giusta ambientazione. In cucina nel prepararmi il caffè mi muovevo come un ragno nella sua ragnatela. Ricordo ancora le peripezie vissute durante la festa del Santissimo Crocefisso a Galatone, alla fine degli anni ’80, nel tentativo di trovare sulle bancarelle il famigerato uomo tigre. Matteo aveva quattro anni e ne desiderava il possesso. L’uomo tigre purtroppo non compariva, era assente. A nulla valse la persuasione ad optare per qualche altro personaggio. Poi qualche giorno dopo il desiderio veniva esaudito. Non si separava mai dal suo idolo. Quando usciva lo custodiva gelosamente in tasca, sempre pronto ad imbastire per gioco una trama con il suo protagonista.
L’uomo tigre era il suo compagno di giochi, di combattimento, di conoscenza dell’esperienza infantile. Così il tempo trascorreva nella pienezza della giocosità della vita, scrivendo pagine di ricordi indelebili dove era sorprendente ravvisare la genuinità di un gioco e la bellezza di un sentimento tendente al bene. L’uomo tigre è un eroe che combatte per la libertà e la giustizia. Un eroe diverso. Un eroe che conserva ancora oggi il fascino della narrazione semplice e convincente. Buona soprattutto per i ragazzi, ma anche per gli adulti.
24/06/2023