L’unica cultura che impera in questo periodo è quella del gas. Ovviamente, nessuno ci capisce niente, ancor meno i politici e il governo. Brancolano tutti nel buio. Eppure, non si parla di altro. Il gas è la priorità nei discorsi e nei dibattiti. Bollette, rincari, Putin. Draghi nel film più visto dell’anno. Dubbi e paure sovrastano il cielo d’Italia e la politica arranca: senza idee, anzi, con l’unica idea fissa di vincere. Non si risparmiano le offese, le denigrazioni rivolte agli avversari, ognuno fa mostra di sé di eccellenza e competenza. Che guaio per i cittadini italiani. Aumenta tutto anche il latte, perché adesso scopriamo che le mucche ‘vanno a gas’. I consigli per risparmiare però ci sono: basta fare docce, riduzione degli orari di accensione dei termosifoni e dei condizionatori, spegnere le luci superflue, il televisore no, quello non va spento, serve alla cultura e alla propaganda. Solo in Italia accade che scioperano i benzinai per l’aumento della benzina, preoccupati della riduzione dei consumi da parte degli automobilisti. Però, davvero è bello il nostro Paese, originale nei paradossi e nelle incongruenze, nei linguaggi del nulla, nelle politiche senza impronte. Sino a ieri tutti in vacanza, tutti, nessuno escluso, al ritorno di esse si scoprono i problemi. Ma ad agosto il gas e l’elettricità costavano poco? Parrebbe di sì, considerato il numero elevato di turisti in Italia e nel mondo. Indubbiamente, nel nostro parlarci è in uso una grammatica nuova, non normativa, essenzialmente personalistica a consumo e diffusione di idee strabilianti e affascinanti. Il problema è l’assoluta incomprensione del linguaggio, volutamente confezionato per confondere e dirottare altrove (nel pensiero) le politiche necessarie a far sì che l’Italia non muoia. Intanto, il colpevole c’è, lui, lo zar, Putin.  Ecco, come nelle favole, abbiamo il cattivo, colui che impersona il male. Allora, tutti contro Putin e la Russia, e del popolo russo non c’interessa niente. Almeno, si sa con certezza contro chi combattere. Dobbiamo al gas il diffondersi della cultura,  seppure del gas, ma sempre cultura è, in un Paese in cui scarseggia soprattutto nei programmi dei partiti. Il gas è il verbo e la speculazione. Siamo alla canna del gas.

 

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