A chi si specchia e non si vede più, e non sa chi sia, ma  con gli occhi grandi d’invidia s’inventa un nemico di tante parvenze. Suona l’ora! Strana favola di vita. Non ha  lo specchio. Si mostra in cielo e terra qual é, sempre in sussulto, a sporcare il cielo di un poeta.  Si spegne, risorge, trema, si allenta. Di vecchie arie sperdute di comunismo indora i concetti di spergiuro. Piove e si avvicina la tempesta. Errabondo per parole di maldicenze, in un libro con le righe verticali sogna una sua storia. Ed è tardi. Si ode il belato delle capre tutt’intorno, in una, sento querelarsi ogni altro male, ogni altra vita.

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