I conti non tornano. Il malumore è cadenzato, monotono, mezzo. Suggerimenti non ve ne sono, piuttosto annotazioni di insistenti e brevi espedienti. Il fare è in delirio in distanti coincidenze di opere. L’individuazione di un punto fermo è resa cieca dalle aspettative. Vacillano le pervertite certezze di un passato. Si potrebbe già stendere la fine anziché dileggiare il futuro.

 

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