Ferragosto è un incubo. Code chilometriche, spiagge assaltate, ingorghi ai caffè e ristoranti, bestemmie disseminate dappertutto, maledizioni, imprecazioni, sudore, acqua bollente, tuffi nervosi, birra a volontà, sorpassi, musica a tutto volume, corse frenetiche, panini farciti di tutto, pizze a go go, salse piccanti, processioni di madonne e santi, autocelebrazioni, tamburi, pizziche, tarante, ville con piscine, discoteche, selfie, urla, litigi, baruffe.
E poi ancora bande musicali, palchi con musicanti, cantanti te lu sole, lu ientu e lu mare, ballerine quarantenni, sindaci, assessori, ministri e sacerdoti in passerella.
Innamoramenti, tradimenti, trasgressioni, abbuffate di sesso, concorsi a premio, fuochi pirotecnici, salti nel buio, teatro, danze con le spade, sagre.
Tutto deve accadere in questo giorno, come se fosse l’ultimo giorno del calendario. Agosto è il nulla che illude. Il mese bello e inutile con sorrisi finti e piaceri annacquati. Il mese dei consumi e dei rincari dei prezzi, dell’allegria fatta a brandelli. Quale svago? Non sappiamo più riconoscere la qualità della vita e delle cose: vige il principio del piacere a tutti costi. E che costi!
Agosto è davvero tosto, insopportabile, focoso e impenitente, bugiardo come un fanciullo.
Settembre poi verrà a riordinare quiete.