Ogni cosa è spostata, smisurata, edulcorata, camuffata, odiata, al punto che certifichiamo la non rotondità della luna pur non conoscendo l’astronomia e la fisica. Abbiamo raggiunto il livello più basso in ambito culturale e sociale, ma ci pregiamo di conoscere e di sapere, di competere con chiunque e di poter disquisire su tutto. Siamo bravi ad odiare popoli, persone, amici, parenti. L’odio è il nostro pane quotidiano, il giusto ristoro alla cattiveria.
Di buono la guerra tra Russia e Ucraina ha – appunto – messo in luce le nostre fragilità, le nostre impreparazioni e contraddizioni. Parliamo di pace ma poi consegniamo le armi per far combattere gli ‘altri’. Pace? Che disastro! Tutti equilibristi sul filo teso del disordine e dell’incongruenza. Eppure, pare che tutto vada per il meglio, per il nostro meglio. L’interrogativo però è capire e intendersi su cosa sia il ‘meglio’, ma non ci riusciremo stante la presunzione che ci sovrasta.
Di brutto la guerra in corso ci darà in una costante di evoluzione di dispiaceri e morte. Tutto il resto è ipocrisia.