Negli orizzonti camuffati e ingannati lo sguardo s’inceppa di armonie. Si condensa forse al meglio l‘orizzonte riflesso e apparso in un tempo introvabile. Ed è venerabile sulla scena del destino, che in posizioni anticipatorie riscopre l’immaginario poetico e lo slancio utopico necessario a continuare a vivere. Altri orizzonti verranno a costituirsi sulle sconfitte attuali. Altri occhi vedranno il resto. Sarà degradazione e rigenerazione di occhi e di pensieri. Ciò che non è ora permesso sarà, nel giorno del tramonto che dà l’alba, colto e trattenuto nella parola che non barcolla.

Degli orizzonti a venire il tempo si aspetta cielo e sole condensati nelle multiformi vite;  l’uomo non venderà le sue braccia; e la donna sarà madre; e il giovane diventerà figlio. Non si avrà sete nei giorni degli orizzonti disposti in armonia. Chi mai aprirà bocca? Chi oserà brontolare?

Qui adesso è confusione con oceani di parole indefinibili e inaccessibili, non buone, sciatte, permalose, vendicative, spocchiose, ignoranti, squallide, vomitevoli. Qui non è dato comprendere, nonostante la noia sia alta e superba. Il covid ha sconvolto e turbato. I vaccini non rassicurano del tutto, ci si affida alla fortuna.

Tutto è in una nube che neanche il sole riesce a scalfire, densa e fitta racchiude enigmi e gli inganni in terra si moltiplicano. Le morti non destano più lacrime, si preferisce ignorare e fare scongiuri. I morti non sono neanche più morti, sono altro, altro in un altro tempo, non più riconoscibili.

Il futuro è stato svenduto in bollette di luce e di gas. La politica non c’è, ma tutti si confrontano con il reddito e il contante. Il virus ormai non è più la star, altre cose si presentano sul palco scuro dell’incertezza.

Qui non si guarda più l’orizzonte. Le albe si dileguano per paura di mostrarsi, i tramonti ancora resistono.  La gente forse è stanca.  Si fatica il doppio a comprendere e a vivere. Tutti dispensano sorrisi in continui dinieghi. Molti sembrano anestetizzati, dormienti, morenti.

Qui la vita è in accordo a pensioni, redditi, isee, inps, ospedali, cartelle di pagamento. Sono tutti morti con mascherina e tubi. Non si festeggiano i santi, s’intensificano i funerali, però si asfaltano le strade, convegni e pegni.

Qui si continua a ignorare tutto!

 

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