Piano, pianissimo: il cammino è scosceso e selvaggio per queste pagine scure e di veleno.

Piano, pianissimo senza parlare. Non tutti ce la faranno e di questo libro imbeveranno l’anima di zucchero. Il frutto è pericoloso.

Piano, pianissimo senza timore. Tutto è silenzio. Le pagine sono indorate d’inferno e di zolfo e di demonio. Ci sono coloro che scrivono storie d’amore per cercare l’applauso degli sciocchi. Io, io, scrivo a dipingere le crudeltà, il dolore della gioventù, la crudeltà dello squalo, il furore insensato dei criminali, i tradimenti dell’ipocrita.

Piano, pianissimo li ho visti tutti in una volta, e ve ne parlerò nelle pagine che seguiranno. Pupecchio il selfista, Benilde, Giorgio delle lancette, Chimeno il rampista, i malelingua piazzisti, Oretta cagnetta. E altri.

Piano, pianissimo però con lieve accelerazione sul finale, alla luce della luna, vicino al mare, nei luoghi della campagna e della piazza, all’ombra della ferrovia, in forme diverse ascese e scoscese.

Piano, pianissimo declamerò senza strofe.

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